Le parole del Bosco

ovvero un piccolo blog e raccolta di articoli altrimenti dispersi fra le foglie

Finalmente mi sono decisa a raccogliere alcuni articoli e scritti che negli anni ho elaborato sui social e su altre piattaforme, affinchè possano mettere ...radici e foglie! uno stimolo di riflessione sulle tematiche che mi stanno più a cuore, quindi in primis i boschi e poi a cascata la montagna, i sentieri, la vita di montagna.

 

 

 

 

 

ATTENZIONE SONO TORNATE...LE ZECCHE!

Ebbene sì sono tornate.

Cosa? I fiori, le foglie? No le zecche!

Ma cosa sono le zecche?

Cominciamo col dire che la zecca non è un insetto ma appartiene alla classe degli aracnidi: perciò se dall’uovo nasce una larva con 6 zampe, questa poi a breve (dopo il primo pasto di sangue) si trasforma in una ninfa e successivamente in un adulto con le definitive 8 zampe, proprio come i ragni. 

Le specie più note in Italia sono la zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus) ma soprattutto la zecca del bosco (Ixodes ricinus), la cui dimensione va da pochi millimetri a un massimo di 1 centimetro, a seconda dello stadio di sviluppo. Ha un corpo minuscolo e “cicciotto” (ma più piatto della zecca del cane) e una testa molto piccola, dotata di apparato boccale chiamato rostro.

Le zecche ci interessano come specie perché sono animali parassiti ematofagi, cioè si nutrono di sangue, grazie proprio al rostro che riesce a penetrare la pelle e succhiare il sangue degli ospiti.

Dove possiamo incontrare le zecche? Quali sono gli ambienti che preferiscono? E soprattutto perché le zecche sono sempre più diffuse?

Le zecche dei boschi amano gli ambienti umidi, pur concentrando la loro attività nei mesi caldi, dalla primavera all’autunno compresi: le troveremo quindi nel sottobosco ma anche nei prati, attaccate ad arbusti e fili d’erba, in attesa del passaggio di un animale a cui attaccarsi. Che questo sia un animale selvatico, domestico oppure noi umani a loro poco interessa!

MA DOVE LE TROVIAMO? E PERCHè SONO SEMPRE PIù DIFFUSE?

La loro presenza è sempre più diffusa: questo dipende principalmente dal cambiamento climatico che aumentando le temperature in tutte le stagioni favorisce di fatto questa specie, in vari modi. Prima di tutto ampliandone l’areale: pensate che adesso le zecche del bosco si possono trovare anche a quote superiori ai 1500 metri sul livello del mare! Inoltre, aumentando le temperature anche il periodo di attività delle zecche si amplia e, infine, cresce la sopravvivenza anche nei mesi difficili per il loro ciclo vitale, che un tempo erano quelli invernali.

Perché le zecche si stanno diffondendo sempre di più? Ecco dove si incontrano più facilmente

"Dove possiamo incontrare le zecche? Quali sono gli ambienti che preferiscono? E soprattutto perché le zecche sono sempre più diffuse?

Le zecche dei boschi amano gli ambienti umidi, pur concentrando la loro attività nei mesi caldi, dalla primavera all’autunno compresi: le troveremo quindi nel sottobosco ma anche nei prati, attaccate ad arbusti e fili d’erba, in attesa del passaggio di un animale a cui attaccarsi. Che questo sia un animale selvatico, domestico oppure noi umani a loro poco interessa!

 

La loro presenza è sempre più diffusa: questo dipende principalmente dal cambiamento climatico che aumentando le temperature in tutte le stagioni favorisce di fatto questa specie, in vari modi. Prima di tutto ampliandone l’areale: pensate che adesso le zecche del bosco si possono trovare anche a quote superiori ai 1500 metri sul livello del mare! Inoltre, aumentando le temperature anche il periodo di attività delle zecche si amplia e, infine, cresce la sopravvivenza anche nei mesi difficili per il loro ciclo vitale, che un tempo erano quelli invernali.

Come prevenire il morso della zecca? Sei consigli utili da tenere a mente

"Adesso che dai video precedenti abbiamo capito quali sono gli ambienti preferiti dalle zecche, e quindi quelli in cui è necessario prestare particolare attenzione, vediamo assieme quali sono accorgimenti da adottare nelle nostre passeggiate, perché mica ci facciamo prendere dal panico e rinchiuderci in casa?", esordisce ForestPaola.

Visto che le zecche non volano e non saltano, ma aspettano un possibile ospite su cespugli o fili d’erba, ecco cosa vi consigliamo:
1)    evitare di strusciare la pelle sull'erba o passare fra cespugli
2)    preferire pantaloni lunghi, maglie a maniche lunghe e calzini lunghi e, in barba a tutte le sfilate di moda, sovrapporre il calzino al pantalone
3)    preferire vestiario di colore chiaro, cosicché la presenza della zecca sia subito individuabile
4)    utilizzare gli appositi repellenti sia su di noi che sui nostri animali domestici (cani e gatti)
5)    una volta terminata l’escursione scuotere gli indumenti prima di entrare in casa e metterli subito a lavare
6)    effettuare un attento esame visivo e tattile della nostra pelle, facendosi eventualmente aiutare da un familiare per le zone più nascoste: in particolare controllare bene gambe, dietro le ginocchia, fianchi e parti intime, sotto le ascelle e vicino al collo.

 

"Ho preso una zecca": ecco cosa fare subito e quali sono i comportamenti da evitare

Questa volta, partiamo dalla domanda che chiunque potrebbe porsi, specialmente la prima volta in cui ci si accorge di avere una zecca attaccata alla pelle: "Ho preso una zecca! Cosa devo fare? Ma anche cosa non devo assolutamente fare?". Ecco di seguito le raccomandazioni da tenere a mente.

 

COSA NON FARE

 

"Non utilizzare alcool, olio, ammoniaca o altre sostanze per stordire la zecca; neanche il calore va bene, quindi no a oggetti arroventati o fiammiferi: questo perché la zecca andando in sofferenza potrebbe rigurgitare materiale infetto nel nostro corpo", spiega Forest-Paola.

 

COSA FARE

 

"Per prima cosa manteniamo la calma e non facciamoci prendere dal panico - prosegue - e seguiamo queste buone pratiche:

  1. la zecca deve essere tolta con le apposite pinzette nella parte più prossima alla nostra pelle e ruotando (in senso orario o antiorario è del tutto indifferente) la zecca si staccherà: evitiamo di schiacciare il corpo, altrimenti anche in questo caso avverrà il rigurgito;
  2. solo dopo la rimozione della zecca disinfettare la zona interessata dal morso;
  3. può succedere che estraendola resti nella pelle il rostro, l’apparato boccale: proviamo a rimuoverlo con un ago sterile oppure, se non ne abbiamo il coraggio, rechiamoci dal nostro medico curante;
  4. nel caso in cui la rimozione della zecca sia avvenuta correttamente, manteniamo controllata la zona nei giorni successivi affinché l’area cutanea non si infetti o non si noti un alone rossastro. In questo caso contattare il proprio medico.
  5. Anche l’apparire di sintomi quali febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi devono metterci in allarme, senza tuttavia andare nel panico: anche in questo caso, è bene rivolgersi a un medico.
  6. In ogni caso, naturalmente, non assumiamo medicinali senza l’autorizzazione medica.

Perché le zecche sono pericolose? Ecco le principali malattie che possono provocare e i possibili rimedi

PERCHE' LE ZECCHE SONO PERICOLOSE?

Le zecche sono parassiti molto piccoli e in caso di morso prelevano una minima quantità di sangue. Purtroppo però possono essere vettori di diverse malattie. Le zecche dei boschi sono infatti in grado di trasmettere all’uomo gli agenti patogeni responsabili di alcune patologie. In particolare ne ricordiamo due: 

 

1)    l’encefalite da zecca o Tbe (Tick Borne Encephalitis) è una malattia virale acuta che colpisce il sistema nervoso centrale. Purtroppo i sintomi, che sono simili all’influenza (febbre, mal di testa, dolori articolari) si manifestano solo nel 30% dei casi, mentre nel 70% dei casi resta latente. Quindi a distanza di un mese possono comparire disturbi al nostro cervello come l’encefalite. Come difendersi da questa infida malattia? L'unico modo è tramite il vaccino, che prevede la somministrazione di 3 dosi e richiami a cadenza triennale.

 

2)    il morbo di Lyme o Borreliosi è una malattia causata da un batterio, e non da un virus come invece la Tbe. L’infezione, di origine batterica, colpisce prevalentemente la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni. Clinicamente i primi sintomi della malattia sono intermittenti e mutevoli. La patologia può manifestarsi con una macchia rossa che si espande lentamente con una colorazione “a bersaglio” quindi a fasce concentriche. Entro qualche settimana si possono sviluppare disturbi neurologici come mialgie, meningiti, ma anche miocardite; successivamente anche a distanza di anni può provocare anche artrite cronica. In questo caso, per questa malattia, la cura è affidata ad antibiotici specifici, che ovviamente vengono prescritti da medici.

 

Il nostro consiglio è di non allarmarsi - tenendo a mente che solo alcune zecche sono infette e quindi vettori di possibili patologie - e, in caso di dubbi, rivolgersi prontamente al personale medico che potrà effettuare una diagnosi accurata. 

 

UNA FORESTALE E UNA CONTADINA RACCONTANO LA VITA DI MONTAGNA:

LE DIFFERENZE DI UN FILO D'ERBA

Ma quanto ci garbano i prati di montagna? da 1 a 10 a noi 1.000 😅
Sapete però che c'è una sottile ma sostanziale differenza quando in montagna siamo di fronte all'erba? ebbene sì ed è importante distinguere fra:
PRATO: in cui 2 massimo 3 volte l’anno si taglia l’erba per fare il fieno. Questo sarà l’alimentazione invernale per le nostre vacche…mica le vogliamo tenere a digiuno in inverno? (e no, non vanno in letargo!)
PASCOLO: in cui invece le vacche vanno a brucare l’erba durante l’estate. Le potrete quindi trovare in azione, con le mascelle roteanti oppure a riposo, apparente, perché stanno ruminando per riuscire a ingrassare …mangiando solo erba e fiorellini!
Fatta questa doverosa precisazione però serve una specifica attenzione. Quindi
• Nei prati non si può entrare a correre o camminare, come faceva Laura nella Casa della Prateria, e neanche sostare per farci un picnic, altrimenti schiacceremo l’erba e la fienagione diventa decisamente più difficoltosa.
• Nei pascoli vi consigliamo in particolare di non gettare rifiuti, di nessun tipo, che potrebbero essere mangiati dalle vacche e provocare qualche incidente; soprattutto tenete al guinzaglio i cani, perché seppur simpatici potrebbero spaventare le vacche e disperderle e…ritrovarvele addosso! E loro pesano assai!
In ogni caso, che sia pascolo o prato, resta fondamentale raccogliere le feci del cane, perché potrebbero esser portatrici di alcuni parassiti che provocano malattie e aborti sulle nostre vacche.
Insomma i prati (e i pascoli) sono stupendi, noi ce la mettiamo tutta a mantenerli, che ne dite se ci date una piccola mano?

 

 

PERCHè BISOGNA TENERE I CANI AL GUINZAGLIO

Quando andiamo in montagna ci viene naturale immaginarla come un luogo di libertà..anche per i nostri amici a 4 zampe! In realtà dobbiamo essere consapevoli che anche loro hanno bisogno di una gestione responsabile e rispettosa dell’ambiente circostante.

1. Rispetto per la fauna selvatica
In montagna vivono molte specie di animali, alcune delle quali possono essere particolarmente vulnerabili. Un cane libero potrebbe inseguire o spaventare animali selvatici, provocando sicuramente un forte stress, un enorme dispendio di energie fino alla morte dell'animale selvatico anche per caduta o investimento. inoltre il cane potrebbe distruggere tane o nidi, predare i cuccioli o addirittura essere un veicolo per virus e batteri.

2. La sicurezza del cane
La montagna, purtroppo, non è un ambiente sempre sicuro per il cane. Le superfici scivolose, i sentieri ripidi o le potenziali insidie (come rocce o cespugli spinosi) possono essere pericolose per un animale ormai addomesticato da millenni e non controllato.

3. La tranquillità degli altri escursionisti
Anche se il nostro cane è amichevole, non tutti si sentono a proprio agio con gli animali. Lasciare un cane libero potrebbe creare disagio o paura tra le altre persone che stanno godendo della tranquillità della montagna.

4. Rispetto per la flora
Molti sentieri di montagna attraversano zone delicate dal punto di vista ecologico. I cani che vagano liberi possono danneggiare piante rare o contribuire alla contaminazione del suolo con le feci.

In montagna, l’idea è quella di rispettare e proteggere l’ambiente naturale per le generazioni future. Con un po’ di attenzione e cura, possiamo fare in modo che anche i nostri cani possano godere di queste meraviglie in sicurezza e armonia con la natura! Ricordiamoci sempre che un cane sotto controllo è un cane felice e protetto. 💚

 

 

LA PROCESSIONARIA DEL PINO

Tremate tremate, le processionarie son tornate!

E purtroppo sempre prima e in numero maggiore, ovviamente a causa del riscaldamento globale.

Ecco quindi un piccolo vademecum per non farsi trovare impreparati: vi consiglio la massima attenzione, soprattutto se avete bambini e cani che ignari se ne vanno a toccare i bruchi pelosi di questo lepidottero.

La processionaria del pino (Thaumatopea pityocampa) deve il suo nome alla tipica abitudine di muoversi su piante e terreno in fila, formando di fatto una processione. Attacca tutte le specie del genere Pinus ma mostra una leggera preferenza per pino silvestre e soprattutto pino nero. Occasionalmente la potreste trovare anche su cedri, abete rosso e larice.

Nella fase adulta è una caruccia falena notturna che emerge dal terreno nel mese di agosto; la sua vita dura pochissimi giorni quindi dopo la riproduzione la femmina ricerca le piante adatte per deporre le uova. Ogni femmina produce un "ammasso" di uova (fino a 300!) che viene fissato alle foglie dell'albero ospitante; dopo 4 settimane nascono le larve.

I bruchi appena nati hanno già fortissime mandibole in grado di fagocitare i duri aghi dei pini, vivono in gruppo formando piccoli nidi. Ma verso ottobre formano un nido sericeo più compatto dove affronteranno l'inverno. Qui avvengono numerose mute diventando sempre più grandi.

Tra la fine di febbraio e gli inizi di aprile, le larve fuoriescono dai loro nidi di seta, si nutrono voracemente degli aghi di pino e, in fila indiana, scendono lungo i tronchi come in una sorta di processione. Le larve, poi, procedono sempre in fila fino a che non trovano un posto a terra ideale per interrarsi alla profondità di 10-15 cm e formare la crisalide. Una parte delle crisalidi può rimanere in diapausa anche fino a 7 anni.

Perchè è importante difendersi?

I peli urticanti che ricoprono il corpo delle larve ma anche quelli delle mute nei nidi, possono creare disturbi come

  • forte prurito al quale fanno seguito, nell’arco di circa 24 ore, reazioni cutanee con bolle da orticaria o macchie rosse isolate.
  • Congiuntiviti e infiammazione agli occhi.
  • Infiammazioni delle vie respiratorie superiori causate dall’inalazione dei peli
  • I peli urticanti, se ingeriti dagli animali, in particolare dai cani, possono provocare disturbi identici a quelli dell’uomo con necrosi anche della lingua.

ALCUNE PRECAUZIONI

Evitare di sostare nelle vicinanze, e sotto, alberi o arbusti infestati: i peli possono essere trasportati dall’aria fino a 200 metri.

Evitare di toccare i nidi o le larve.

Evitare di rastrellare foglie e/o erba falciata, o tutti quei lavori che possono smuovere dal terreno i peli urticanti

METODI DI LOTTA

LOTTA MECCANICA: si tagliano i rami coi nidi e si bruciano (attenzione ai peli urticanti!) oppure si pone una trappola a imbuto sul tronco per evitare la discesa in processione al suolo

LOTTA BIOLOGICA: tramite prodotti a base di Bacillus thuringiensis, un batterio parassita delle larve, oppure mediante trappole a feromoni, che catturano le falene maschio prima della riproduzione.

CHI DEVE FARE LA LOTTA?

Dove la presenza della Processionaria rappresenta un rischio per la salute umana e per gli animali domestici, le infestazioni vanno segnalate alle autorità incaricate di tutelare la sanità pubblica, ovvero al Sindaco del Comune dove si trovano le piante.

ll proprietario privato di piante infestate deve intervenire in autonomia senza necessità di segnalazione al Sindaco.

L’eliminazione dei nidi deve essere fatta in inverno, indicativamente tra dicembre e fine gennaio, da personale formato e adeguatamente protetto.

 

RAMPONCINI IN MONTAGNA

Camminare in montagna a gennaio: sicurezza prima di tutto!- ovvero ramponcini tieniteli vicini-

Eh lo so che a voi vi garba il divano ma vi assicuro che anche l'inverno ha il suo fascino se non ti congeli troppo il naso, se non soffri di geloni ma soprattutto se riesci a camminare senza sembrare un foca 🤣
E siccome di queste decadi ormai di neve se ne vede pochina sarà più facile trovare sentieri e strade ghiacciate piuttosto che sofficemente innevate.
Per questo amiche e amici vi vengo in soccorso con la soluzione che mi ha cambiato la vita, e in particolare le 🍑
Siore e siori ecco a voi i ramponcini!!

👉 Cosa sono? Piccole catene con punte in metallo che si applicano alle scarpe con una parte di plastica morbida regolabile su tutte le misure di scarpa: e quando dico tutte credetemi, anche sul piedone del GGG n.49 vanno bene!

📌 qualche consiglio?
1) Indossateli sempre dove il terreno è ghiacciato o scivoloso, ma fatelo prima di incontrare il tratto insidioso che fermarsi a metà o dopo una caduta non è una genialata😅 (anche questo testato per voi👍)
2) Portatevi bastoncini da trekking, utilissimi per mantenere l’equilibrio e non sembrare un pinguino imperiale che torna a covare l'uovo 🐧
3) controllate il meteo e i percorsi prima di partire senza fidarvi dei consigli di vostro cuggino: meglio il rifugista (che sui social potrebbe già scrivere come sarà il tracciato) o i siti dedicati (CAI, SAT in primis)
4) i ramponcini indicati sono quelli con le punte di metallo non quelli coi bottoni che non sono sufficientemente aderenti quando il terreno è davvero davvero ghiacciato

🎉 ma vuoi vedere che vi ho svoltato anche le gite invernali?

Chi sono

Chi sono

Ciao mi chiamo Paola, per gli amici ForestPaola!

Forest perchè sono un dottore forestale e pure un Accompagnatore di media montagna, sempre a spasso nei boschi

Forest perchè sono "furesta", arrivata in Trentino dalla natìa Toscana: porto sempre nello zaino l'ironia fiorentina e l'amore per il territorio in cui vivo!

Forest perchè sono buffa e scemotta come Forrest Gump, e ti conquisterò raccontandoti la natura con un sorriso e una battuta


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